Mi riconduco alla proposta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (www.aispa.it/attachments/article/78/STANDARD%20OMS.pdf) di introdurre obbligatoriamente l’educazione sessuale a partire dalla scuola materna per poi proseguire fino alle superiori.
I temi che verrebbero trattati vanno dalla conoscenza dei genitali e la masturbazione per i più piccoli, per andare per i bimbi delle elementari ai cambiamenti del corpo , mestruazione ed eiaculazione e le esperienze sessuali.
Per gli adolescenti si punterà maggiormente a sviluppare consapevolezza circa i primi rapporti sessuali e sviluppare un pensiero critico circa le conseguenze di una gravidanza indesiderata.
Per noi sessuologi è importante che l’educazione sessuale sia trattata in maniera estensiva e che se ne possa parlare, ma non credo che l’imposizione in tappe predeterminate sia utile, perché non rispettosa dei tempi di ciascuno delle credenze familiari e culturali in cui verrebbe inserita e con cui dovrebbe obbligatoriamente dialogare.
Cosa ancor più grave, a mio avviso, è che si rischierebbe di ridurre la sessualità, che è vero che parte fin dalla nascita, solo ad una sequenza di buone pratiche non tenendo conto che soprattutto per i ragazzi in formazione l’educazione non può prescindere dall’educazione sentimentale.
Chi va da un sessuologo acquisisce subito una consapevolezza: non si può avere una buona sessualità prescindendo dall’esperienza emozionale propria e dell’altro.