Psicologa giuridica e forense
a Crema, Cremona e Chiari
Lavoro nell’ambito legale e della psicodiagnosi forense
Indago i fattori psicologici per fornire una valutazione giudiziaria
Mi occupo di
Consulenze tecniche di parte e valutazioni stragiudiziali
Su nomina diretta del cliente
Consulenza specialistica in ambito psicodiagnostico
Per Psichiatri, Medici Legali e Avvocati
La mia esperienza dal 2008
Psicologa in ambito penitenziario
Dal 2008 al 2019 ho avuto la possibilità di lavorare come psicologo penitenziario in qualità di esperto ex art. 80 dell’ordinamento penitenziario. Si tratta della figura professionale che, insieme all’equipe degli operatori penitenziari, si occupa di effettuare valutazioni personologiche al fine di rispondere ai quesiti della Magistratura di Sorveglianza circa la revisione critica del detenuto, la sua pericolosità sociale o la capacità di aderire alle misure alternative richieste al fine di un reinserimento nella società.
Ho ricoperto tale ruolo con profonda soddisfazione fino a Giugno 2019, momento in cui ho deciso di passare al ruolo di Psicologo nella Sanità Penitenziaria.
In contemporanea ho svolto il ruolo di Psicologo Giuridico ricoprendo la funzione di Consulente Tecnico di Parte (CTP) in diverse cause di diritto civile.
Mi occupo inoltre di valutazioni stragiudiziali in ambito civile.
Le competenze in psicologia giuridica
Chi è, cosa fa, gli ambiti di intervento
Lo psicologo giuridico è uno psicologo che lavora nell’ambito legale e forense. Si occupa infatti dei processi cognitivi, emotivi e comportamentali aventi rilevanza per l’amministrazione della giustizia. La psicodiagnosi forense è centrale in ambito civile e penale e si occupa di indagare i fattori psicologici al fine di effettuare una valutazione giudiziaria. Questa figura professionale deve avere conoscenze in psicologia, psicopatologia, nel diritto e nelle metodologie necessarie per svolgere le perizie, che possono essere svolte sia in ambito penale sia in ambito civile.
La perizia psicologica o la consulenza tecnica possono essere richieste dalle parti o dal giudice per una valutazione e indagine delle condizioni psichiche in relazione a un fatto, al contesto di vita di un individuo o di una famiglia.
In particolare, la Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) si attiva nel momento in cui un giudice incarica un esperto per svolgere un’indagine conoscitiva allo scopo di acquisire conoscenze per valutare le circostanze esposte dalle parti in causa. L’obiettivo della consulenza è capire quanto sta accadendo e cercare la migliore soluzione per tutti coloro che sono coinvolti nei procedimenti.
Le attività svolte dal Consulente Tecnico d’Ufficio sono
- l’attuazione di colloqui psicologici, volti a ricostruire l’anamnesi personale e/o di coppia,
- la somministrazione di batterie di test o di osservazioni strutturate,
- le visite domiciliari e le audizioni scolastiche con le persone coinvolte nel fatto in questione (ad esempio i parenti).
Al termine di queste attività, il Consulente dovrà redigere una relazione contenente le informazioni ottenute durante l’indagine e le indicazioni rispetto a quanto originariamente richiesto dal giudice.
Insieme alla Consulenza Tecnica d’Ufficio, possono essere nominati dagli avvocati i Consulenti Tecnici di Parte (CTP), i quali forniscono assistenza alle parti durante lo svolgimento dell’indagine di ufficio disposta dal giudice.
I compiti fondamentali dei consulenti tecnici di parte riguardano:
- l’osservazione e il controllo delle metodologie e dei contenuti utilizzati dal CTU,
- la formulazione di osservazioni e riserve durante gli accertamenti,
- la richiesta di particolari indagini peritali qualora se ne valuti la necessità.
Nei casi in cui siano coinvolti i minori, sia il consulente tecnico d’ufficio che i consulenti tecnici di parte devono considerare come bene superiore l’interesse del minore, che deve essere tutelato limitando le situazioni stressanti.
Inoltre, in questi casi, l’attenzione principale delle indagini deve essere quella di trovare la migliore soluzione per il minore stesso, che non deve essere esposto a situazioni pregiudizievoli nei confronti della sua crescita personale.
L’indagine psicodiagnostica forense
Un lavoro importante e delicato
All’interno dell’ambito della psicologia forense l’indagine psicodiagnostica assume grande rilevanza.
Essa può essere rivolta sia agli adulti sia ai minori ed ha il principale obiettivo di avvicinarsi all’oggettività chiesta dal contesto giuridico-forense, dal momento che si utilizzano strumenti standardizzati.
I test psicologici, tipicamente usati nella professione psicologica, rappresentano una parte integrante, ma non sostitutiva, del processo di accertamento e inquadramento psicodiagnostico. L’utilizzo dei reattivi testali rappresenta infatti un valido aiuto nella formulazione delle diagnosi.
L’esame della personalità in ambito forense, civile e penale, nell’età adulta e nell’età evolutiva, è parte delle valutazioni che qualsiasi consulente o perito deve fare, al punto che, in base al contesto giuridico di riferimento, viene spesso richiesto e specificato dal giudice stesso nei quesiti.
La diagnosi psicologica deve essere uno strumento che mette in luce gli aspetti del funzionamento mentale, le reciproche interconnessioni, i modi di adattamento alla realtà interna ed esterna e la difficoltà o i fallimenti di tale adattamento. Inoltre, aiuta a comprendere i molteplici fattori che sono alla base dello squilibrio momentaneo di un individuo e, per quanto riguarda i soggetti in età evolutiva, si indaga lo sviluppo psicologico in rapporto all’età.
Gli strumenti testali permettono infine di formulare una mappatura del funzionamento psichico individuando cosa caratterizza quell’individuo (specificità) e cosa ha in comune con gli altri che presentano caratteristiche simili (generalizzabilità).
È fondamentale che la valutazione delle risposte al test venga analizzata entro una visione dettagliata, globale ed approfondita dei processi psicologici e delle funzioni intrapsichiche.
Scegli un consulente preparato
Una corretta psicodiagnosi forense non è una mera somministrazione di test; utilizzando le parole di Riccardo Caporale (2013), essa è:
“un articolato ma ben definito momento dell’intervento psicologico,
finalizzato alla comprensione del funzionamento globale dell’individuo”.
Ad oggi, ahimè, anni di iscrizione all’albo e specifica formazione sono richiesti solo a chi lavora come consulente del Giudice o del Pubblico Ministero. Ai consulenti degli avvocati delle parti in causa non è infatti richiesta alcuna formazione specifica, sebbene si tratti di una cosa, oltre che certamente utile, per certi versi oltremodo necessaria.
Considerata infatti la peculiarità del contesto giuridico, la delicatezza della materia trattata e soprattutto le importanti ripercussioni sulle vite delle persone coinvolte in relazione ai nostri pareri professionali, in ambito di consulenza di parte è importante valutare attentamente il curriculum dello psicologo a cui dare mandato.
Una scelta fondata su un’attenta disanima del curriculum formativo e professionale del professionista è garanzia di un lavoro qualificato e attento ad accompagnare il cliente nelle varie fasi dell’iter giuridico.
Domande frequenti
È possibile conferire il mandato di CTP a chi segue il minore come terapeuta?
No. Si tratta di due figure assolutamente distinte.
Il professionista che, pur seguendo il minore come terapeuta, accettasse l’incarico di CTU, incorrerebbe in una violazione dell’art. 26 del Codice Deontologico.
Le spese sostenute per lo psicologo in ambito giuridico sono detraibili?
No. Le spese per la consulenza di uno psicologo giuridico non sono spese sanitarie. All’onorario del professionista va infatti aggiunta IVA al 22%.
Cosa si intende per valutazione stragiudiziale?
È la valutazione che lo psicologo giuridico compie prima della causa vera e propria. Viene spesso chiesta dal cliente o dal suo avvocato per avvalorare la propria tesi. Lo psicologo giuridico risponde in base ai dati ottenuti utilizzando una metodologia scientificamente validata. Ad es. nel caso delle assicurazioni, lo psicologo valuta la sussistenza e la consistenza del danno lamentato ed in secondo luogo, se esso risponda ai requisiti giuridici e medico-legali.
Nel caso io abbia in corso una causa legale posso sempre nominare un mio CTP?
No, solo se il giudice nomina un CTU.